«In un momento in cui lo Stato dà poche garanzie per la ricerca, noi abbiamo fatto il grande salto diventando fondazione, l’unica del genere in Italia». Claudio Tiribelli, medico del fegato, docente universitario, laboratorio da 400 metri in Area di ricerca, 5000 pazienti di cui il 30% da fuori regione su cui fare sperimentazione e cura, 18 ricercatori «di otto nazionalità», così riesce a fare contratti di «almeno 5-10 anni» ai ricercatori, mentre un «grant» europeo non dura più di tre. Ha associato la Regione, con un finanziamento da ben 250 mila euro, le Aziende ospedaliere di Trieste e Udine con 30 mila, l’Area di ricerca con altri 30, e dall’Università ha ottenuto non denari (non ci sono) ma se stesso: la disponibilità di tempo stipendiato da dedicare al Centro studi. Da qui poi la caccia ad altri fondi, quelli cui attinge anche il Burlo Garofolo: Telethon, Airc, bandi europei.