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Alimentazione e fegato: cosa fa veramente male

Premesse

E’ l’opinione di molti che alcuni cibi, come per esempio le uova o le cozze, non possano essere consumati se si soffre di calcoli alla colecisti (o al fegato, come spesso impropriamente si dice) o se si ha una malattia cronica di fegato. Spesso, quando si accusa un dolore nella parte destra alta dell’addome o si fa fatica a digerire si dice: ho male al fegato!

Niente di più sbagliato: le uova, o i mitili in generale, se cotte, e mangiate con moderazione, non fanno male al fegato e il fegato, in generale, difficilmente causa dolore di pancia!
La "colpa" di queste opinioni errate, ma molto diffuse non è del singolo cittadino, bensì della scuola, soprattutto la scuola dell’obbligo, che non ha tra i suoi programmi l’insegnamento della educazione alimentare, e dei mezzi di comunicazione di massa, che spesso, con solo alcune rare eccezioni, trasmette informazioni che non sono scientificamente corrette, perché fatte da giornalisti non sempre del tutto competenti.
La scienza dell’alimentazione e la dietologia sono poi, anche nell’ambito universitario, il fanalino di coda degli insegnamenti e, spesso, non vengono insegnate a sufficienza nemmeno nel corso di laurea in Medicina o nelle Scuole di Specializzazione mediche, dove invece dovrebbero fare la parte del leone.

Una delle cose più difficili per il medico e per il cittadino, in generale, è cambiare le abitudini alimentari. Il modo con cui ciascuno di noi si alimenta, dipende, come la lingua che parla o le nozioni che ha acquisito, da ciò che gli è stato insegnato da piccolo e, si sa, imparare l’inglese o qualsiasi altra lingua, è molto più facile quando si è piccoli, che non quando si è adulti.
Lo stesso vale per imparare a mangiare bene.
E’ evidente che in un solo breve articolo non sarà possibile insegnare a tutti come alimentarsi bene, per poter preservare sano il proprio fegato, ma alcuni consigli essenziali potranno bastare.

Come alimentarsi correttamente per non far ammalare il proprio fegato.

In linea di massima va detto che i fondamenti della classica dieta mediterranea sono validi in generale anche per quel che riguarda la salute del fegato.
Una delle patologie più frequenti, riscontrabili oggi nella maggior parte delle persone, soprattutto abitanti in Regioni con alimentazione "grassa", come l’Emilia Romagna, è la steatosi del fegato.
Da una nostra recente indagine epidemiologica (il Progetto Dionysos), nel Comune di Campogalliano, la steatosi epatica o il "fegato grasso", come viene chiamato, con termini molto più eloquenti, dagli Inglesi è presente nel 23% delle persone che sono normopeso e che non bevono alcolici o vino (e quindi sono astemi), nel 48% delle persone che sono normopeso, ma bevono più di 60 grammi di alcool al giorno (l’equivalente di circa una bottiglia di lambrusco al giorno), nel 76% delle persone che sono obese, anche se astemie e, addirittura nel 94% delle persone che sono obese e che bevono più di 60 grammi di alcool al giorno.

Come avrete già capito i due fattori più importanti che causano il fegato grasso sono l’abuso di bevande alcoliche (e anche il vino o la birra sono bevande alcoliche!) e l’alimentazione non corretta che porta al sovrappeso ed alla obesità.

Il fegato grasso, comunque, non è una vera e propria malattia, perché soltanto in meno del 10% dei casi, può portare a condizioni più gravi come la cirrosi, ma è una condizione patologica che denota una alimentazione non corretta e che può portare ad un ingrossamento del fegato (e il fegato grosso può anche fare male!), visibile anche all’ecografia, e, a volte, ad alterazione degli esami del sangue che riguardano l’integrità del fegato (le famose transaminasi o le gammaGT!), e quindi alla morte di alcune cellule epatiche.
Il fegato grasso è un fegato che lavora sempre male, che è sempre in condizioni di sforzo massimo (è come se, in automobile, si viaggiasse sempre con l’acceleratore al massimo), ma, comunque, è una condizione reversibile, a cui si può rimediare proprio attraverso una dieta più corretta.

Cosa dunque fare per evitare di farsi venire un fegato grasso:

  1. Per prima cosa munitevi di un righello e verificate, utilizzando il diagramma della figura 2 e le istruzioni nella didascalia della stessa figura, il vostro Indice di Massa Corporea (IMC), cioè se il vostro peso è normale, o se siete in sovrappeso od addirittura obesi (oppure chiedere al proprio medico curante).
    cosa fa male02:

    Se rientrerete nella fascia della normalità (normopeso), non ci sono problemi.

    Se rientrerete nella fascia del sovrappeso o dell’obeso, avrete un rischio fino a 10 volte maggiore di avere il fegato grasso e ciò potrà essere verificato con una semplice ecografia epatica.
    Ricordatevi che, sempre da una indagine epidemiologica (progetto Dionysos) condotta dalla nostra associazione (Fondo per lo Studio delle malattie del Fegato), le condizioni di sovrappeso e di obesità nelle popolazioni di Campogallino (provincia di Modena) e di Cormons (provincia di Gorizia) sono molto frequenti e rappresentano rispettivamente il 32% ed il 10% della popolazione generale.

    Nella fascia di età oltre i 45 anni, il 45% delle persone (cioè quasi una persona su due) è sovrappeso ed il 15% delle persone (cioè una persona su 6 circa) è obesa.
  2. In secondo luogo, fate l’esame di coscienza e cercate di capire se il vostro introito di alcool quotidiano supera i 30 grammi di alcool, che è la soglia di sicurezza o addirittura va oltre i 60 grammi di alcool al giorno, l’equivalente cioè di una bottiglia di vino a bassa gradazione (circa 8-9 gradi), oppure l’equivalente di due bicchierini di superalcolici.

    Per essere più precisi, dopo aver ripreso in mano il righello, utilizzate il normogramma di Mellor, riportato nella figura 3, seguendo le istruzioni riportate nella didascalia della figura.
    cosa fa male03:

    Se questo è il caso, dovrete ridurre assolutamente la quantità di alcool consumato giornalmente e lo dovete fare ancora di più se siete in una condizione di sovrappeso o di obesità (vedi punto 1).
    L’abuso di alcool è ancora oggi la seconda causa, dopo il virus dell’epatite C di cui parleremo nel prossimo articolo, di cirrosi in Italia, anche se, negli ultimi 20 anni, il consumo pro-capite di alcool degli italiani si è dimezzato.
    Oggi, purtroppo, c’è maggior abuso di alcool nei giovani rispetto al passato e quindi occorrerebbero ampie campagne di educazione alimentare da promuovere a livello nazionale, anche perché l’alcool è considerato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità una vera e propria droga.

Cosa significa ridurre il peso o avere una alimentazione più corretta.

E’ ovvio che informazioni più precise e dettagliate potrete averle dal vostro medico curante o dalla nostra associazione (vedi indirizzi e riquadro in fondo), ma, in linea di massima occorre, oltre che cercare di restare in forma e quindi avere sempre un occhio alla bilancia e ridurre le calorie introdotte se necessario (ricordiamoci che con attività motoria scarsa o moderata, non dovrebbero essere introdotte più di 2500-2700 calorie quotidiane per un uomo adulto di età e peso medio e, per la donna adulta non in gravidanza, circa 500 calorie in meno), anche rispettare alcune regole fondamentali:

  1. Se si può bere alcolici, cioè se non si è affetti da malattie del fegato, occorre moderare il bere: la quantità ideale, non a rischio, non dovrebbe superare i 30 grammi, l’equivalente di un paio di bicchieri di vino a gradazione media, consumati preferenzialmente durante i pasti.
  2. Introdurre sempre una dieta equilibrata, composta per la maggior parte (60-65 % delle calorie introdotte) da carboidrati (cioè pasta, pane, cereali, patate, legumi), anche se mai in eccesso (mai più di 70-80 grammi di pasta al giorno e non più di due panini al giorno), poi da lipidi (cioè grassi: olio, formaggi, latticini, etc.) per il 20% circa delle calorie introdotte ed infine proteine (cioè carne, preferibilmente bianca, o meglio pesce o legumi) per il 15% delle calorie introdotte.
  3. Consumare tutti i giorni almeno due porzioni di verdure, possibilmente fresche, e due o tre frutti.
  4. Evitare gli zuccheri semplici (dolci di varia natura, eccesso di bevande zuccherate, caramelle, cioccolatini, etc.)
  5. Evitare il più possibile grassi saturi (formaggi di ogni tipo, insaccati, dolci al cucchiaio, condimenti vari, frutta secca, etc.)
  6. Non consumare mai più di 3 cucchiai di olio al giorno (va bene che l’olio d’oliva fa bene, ma non esagerate !). Idealmente dovrebbe consumarsi una miscela fatta da 2/3 di olio di oliva extravergine ed 1/3 di olio di semi.
  7. Bere molta acqua (almeno 1 litro e mezzo di acqua fuori dai pasti) e fare almeno 4 o addirittura 5 piccoli pasti al giorno, evitando gli snack ed i panini.

La cosa migliore comunque, per poter modificare le abitudini alimentari, è sempre "personalizzare la dieta" e quindi rivolgersi al proprio medico curante e farsi consigliare eventualmente dagli specialisti del settore (Dietologi e Dietisti).

Infine, quando il fegato è già ammalato, cioè se si è affetti da epatiti croniche o da cirrosi o da altre malattie epatiche più rare, occorre sempre tener presente che, molto spesso, si è in una condizione di malnutrizione (spesso di carenza proteica e/o vitaminica) e quindi i consigli dietetici, oltre alla assoluta astensione dall’alcool, che come sapete, in Italia, è la seconda causa di malattie epatiche gravi (cirrosi), dovranno essere assolutamente personalizzati e valutati dagli specialisti (in questo caso Gastroenterologi o Epatologi).

Per qualsiasi consiglio, rinnoviamo comunque l’invito a consultarci e rivolgersi alle nostre sedi.