La Storia

FIF, una storia che inizia nel 2008

Fondata nel 2008 da un’idea illuminata del Prof. Claudio Tiribelli, professore di Gastroenterologia all’Università di Trieste e luminare nel campo dell’epatologia, la Fondazione Italiana Fegato (FIF) è un ente di ricerca riconosciuto dal MIUR specializzato nello studio sulle malattie epatiche e patologie correlate.

Nelle sue linee di ricerca la Fondazione spazia dalla steatosi ai meccanismi genetici coinvolti nel cancro del fegato, alle cellule staminali ed è attualmente principalmente mirata a trovare metodi non invasivi che consentano una diagnosi precoce della steatosi epatica e del cancro al fegato ed a testare nuovi approcci terapeutici per curarli. La FIF si occupa inoltre di studiare gli effetti neurotossici dell’iperbilirubinemia severa nel neonato e di quelli protettivi dell’iperbilirubinemia lieve nell’adulto, e si impegna a trasferire i risultati della ricerca pura di base al letto dell’ammalato, in un approccio che viene definito medicina traslazionale.

Nella sua attività scientifica, la FIF collabora con diverse organizzazioni a livello internazionale, dal Messico all’Indonesia, dall’Argentina agli Stati Uniti. Con tali paesi la FIF mantiene una collaborazione attiva e un continuo scambio di giovani ricercatori, scienziati, dottorandi che arrivano alla Fondazione per incrementare la loro esperienza e condividere con noi le loro competenze. Negli anni la FIF ha ospitato oltre 100 scienziati internazionali provenienti da oltre 20 paesi: la cooperazione internazionale è una delle leve del successo della Fondazione, in quanto costituisce uno strumento indispensabile per incentivare la mobilità di ricercatori, l’attività educazionale per giovani laureati e la realizzazione congiunta di progetti scientifici. La fitta rete con istituzioni scientifiche e Università internazionali, costruita nel corso degli anni, sottolinea la valenza internazionale che FIF ha in ambito formativo e scientifico e permette alla Fondazione di diffondere nel mondo i valori ai quali si ispira.

A Trieste, la sede operativa per la ricerca di laboratorio è all’interno dell’AREA Science Park di Basovizza, mentre la parte clinica viene svolta in varie strutture sanitarie della regione e del territorio nazionale.

Nel 2018 la FIF ha celebrato il suo primo decennale. E’ ormai una realtà di eccellenza consolidata nel vasto tessuto degli enti scientifici di Trieste. Il rapporto tra la città e FIF è stato intenso in questi 10 anni e lo sarà verosimilmente ancora di più negli anni futuri.

La Fondazione Italiana Fegato ha attive attualmente le seguenti linee di ricerca :

  1. Bilirubina
  2. Cellule staminali tumorali
  3. Linea Neuro-studi
  4. Resistenza ai farmaci contro il cancro del fegato
  5. Carcinoma epatocellulare (HCC)
  6. Steatoepatite non alcolica (NASH)
  7. Steatosi epatica non alcolica (NAFLD)

La Fondazione, come ente no-profit, finanzia la propria attività di ricerca grazie a risorse istituzionali, contributi derivanti da progetti di ricerca nazionali ed internazionali, oltre che dal 5×1000 ed in minima parte da donazioni da parte di privati.

Nel 2020 la produzione scientifica della Fondazione Italiana Fegato è stata di 31 articoli di ricerca e 13 riviste ed editoriali, per un totale di 287,2 Impact Factor, un risultato eccellente che conferma la credibilità internazionale e l’altissimo livello scientifico raggiunto.

Attualmente in FIF operano 18 persone:

1 Presidente (Dott. Decio Ripandelli)

1 Direttore Scientifico (Prof. Claudio Tiribelli)

3 Senior Scientist, 1 tecnico di laboratorio, 1 responsabile amministrativo (personale strutturato)

3 Senior Researcher, 1 assistente amministrativa

5 PhD Students internazionali, 2 studentesse in tesi

Obiettivi futuri:

  • Incrementare la base societaria, aumentando i soci Promotori/Sostenitori con l’ingresso anche di istituzioni private.
  • Creare capitoli della Fondazione a livello nazionale per incrementare la raccolta di Fondi.
  • Fornire le strutture della Fondazione (cliniche e scientifiche) a istituzioni sanitarie e di ricerca nazionali ed internazionali.
  • Incrementare i programmi educazionali con paesi in via di sviluppo, già in essere.
  • Reclutare personale clinico, scientifico e amministrativo per incrementare le attività della Fondazione.
  • Creare grants per la ricerca epatologica per ricercatori under 40.