Team

Liver-Brain Unit “Rita Moretti”

Nome del Gruppo:

Liver-Brain Unit “Rita Moretti”

 Silvia Gazzin (Senior Scientist)
 John Paul Llido (PhD Student)
 Camilla Dalla Verde (PhD Student)
 Giorgia Valerio
(Master Degree Student)

 Cristina Bellarosa (Senior Scientist)
 Benedetta Blarasin (PhD Student)
 Serena Buzzi (Master Degree Student)

Il gruppo è attivo su tre diverse linee di ricerca fondamentali:

  1. il danno neurologico nell’ittero neonatale severo (kernittero)
  2. il morbo di Parkinson
  3. lo sviluppo di nuovi tool per lo studio delle patologie epatiche

Nell’ambito del kernittero, attualmente stiamo investigando A) l’impatto epigenetico della bilirubina sullo
sviluppo del cervello, che presenta effetti (ad esempio su differenziazione, sinaptogenesi, plasticità e riparo, metabolismo energetico, etc.) transienti localizzati a specifiche strutture cerebrali, che un imprinting trascrittomico nelle aree motorie. I geni individuati tra l’altro, potrebbero spiegare la maggior frequenza di sindromi neuropsichiatriche in età adulta per le persone ce hanno avuto un ittero neonatale. B) Si stanno inoltre investigando le variabili genetiche potenzialmente responsabili della variabilità sintomatologica osservata in clinica, con lo scopo finale di creare una chip diagnostica che permetta una identificazione più precisa dei neonati a rischio di danno neurologico, con una ottimizzazione ed individualizzazione delle
cure.  C) Basandoci sulle conoscenze biomolecolari acquisite, si stanno validando approcci farmacologici (in primis curcumina) in grado di contrastare il danno neurologico nonostante la presenza di un ittero severo, approcci di facile attuazione anche nelle low-incoming countries dove l’ittero neonatale è
ancora causa di morte neonatale.

Un progetto parallelo riguarda il ruolo dell’omeostasi del calcio nella neurotossicità da bilirubina, al fine
di trovare nuovi approcci terapeutici per prevenire il danno neurologico permanente nei neonati affetti da iperbilirubinemia severa e prolungata.

Nell’ambito delle patologie neurodegenerative, a seguito dell’identificazione dell’effetto determinate di
TNF-alpha nella morte dei neuroni dopaminergici, evitata somministrando basse dosi di bilirubina, si sta lavorando in due direzioni: 1) In collaborazione con l’Università di Torino, si sta lavorando validazione di un sistema di nano delivery della bilirubina (nanobolle) alla substantia nigra. 2) E’ inoltre in corso la creazione di un modello alternativo, in vitro, di degenerazione lenta dei neuroni dopaminergici nel Parkinson da utilizzare come piattaforma per lo screening di comporti ad azione antiinfiammatoria. I composti saranno
selezionati attraverso un approccio in silico, screenati sul modello attraverso approcci biomolecolari di drug/signalling-transcriptomic, e validati per l’efficacia e sicurezza a lungo termine (bottom-up approch), sia in uno schema profilattico che terapeutico.

Per quanto riguarda lo sviluppo di nuovi modelli sperimentali per lo studio delle malattie epatiche si stanno
seguendo due diversi approcci. Il primo è focalizzato sull’ottenimento di epatociti polarizzati a partire da campioni di urina, al fine di avere un modello per lo studio delle malattie epatiche ottenibile in maniera poco invasiva, conservabile con congelamento e che consenta lo studio dei meccanismi molecolari della patologia oltre ad uno screening di farmaci. Accanto a questo, come modello 3D, si stanno sviluppando organoidi da epatociti primari adulti capaci di rimanere in coltura per oltre un mese.

LIVER BRAIN UNIT